Quando ci penso continuo ogni volta a meravigliarmi. Come giornalista e direttore di contenuti digitali che ha prima lavorato con la carta, l’idea che la rete ci offre strumenti non solo per comunicare con le persone ma anche per ascoltare le persone continua ad entusiasmarmi. E questa è una cosa che prima di internet, con tutti gli altri mezzi di comunicazione, di fatto non esisteva.
Delle conseguenze e delle opportunità di questo contesto per il mercato del vino parliamo con Paolo Errico – di Maxfone e Social Meter – che si occupa proprio di analisi e monitoraggio del web spesso con aziende del vino.
Ascoltando questa intervista scoprirai, tra l’altro:
Perché prima di comunicare bisogna ascoltare e quale è il ciclo complessivo del lavoro di comunicazione.
Come funziona il processo di brand, la reputazione, e di acquisto del vino sul web.
Perché e come Google sta costringendo i produttori a diventare degli editori, a pubblicare contenuti rilevanti per la rete.
Quali canali e quali piazze possono interessare a seconda del profilo dei consumatori e dei Paesi del mercato.
Cosa possiamo sapere di quello che dicono i consumatori del vino nelle loro conversazioni sui social network?
Un consiglio per una semplice cosa che può far viaggiare il vino in rete.
Perché i dati sono diventati tanto importanti per chi si occupa del vino e perché anche un piccolo produttore oggi può accedere a queste informazioni
Quali sono le parole che tutti usano nella comunicazione del vino e perché quelle parole potrebbero non essere adatte per raggiungere i consumatori che interessano.
Perché i produttori e le persone del settore (i professionisti, buyer, i brand manager,….) dovrebbero diventare dei brand in rete. Con qualche esempio su Twitter e Linkedin.
Perché la rete sta spaccando i monopoli e perché il mercato del vino anche b2b sta diventando sempre più digitale.