Dematerializzazione dei registri vitivinicoli ovvero abbandono dei registri di carta e passaggio ai registri vitivinicoli digitali.
Basta carta dunque. Anche nel settore del vino le ambizioni della pubblica amministrazione di innovare la tenuta dei documenti con vantaggi in termini di risparmio, di trasparenza, di snellimento nei rapporti con gli operatori economici si trasformano in primi passi concreti.
Largo dunque alla dematerializzzazione dei registri vitivinicoli. L’obbligatorietà, per gli oltre 50 mila operatori che tengono i registri, sarebbe dovuta scattare dal 1 luglio ma proprio nei giorni scorsi il ministro Martina ha firmato una proroga dello switch. Produttori e soggetti del settore hanno tempo fino a dicembre per andare sul sito del ministero e impratichirsi col nuovo sistema. Si chiama Registrovino 2.0 e unifica tutti i registri di cantina (registro di vinificazione, conti speciali, registri di imbottigliamento e di commercializzazione ecc.) in un unico “sistema di registrazione”.
Come funziona questa nuova tenuta dei registri vitivinicoli? Quali sono le scadenze? Quali sono i problemi in questo passaggio?
Ne parliamo con Gianluca Fregolent, dirigente al Ministero delle politiche agricole a capo dell’intero progetto.
Oggi abbiamo due generi di problemi per la migrazione dei registri dalla carta al digitale. Uno riguarda le aziende più strutturate e il consolidamento di pratiche informatiche ormai ventennali nei sistemi gestionali che adesso vanno armonizzati con il sistema unitario. Un altro problema riguarda i piccoli produttori che sono spaventati dall’uso dei nuovi strumenti. Certo l’adeguamento richiede un piccolo sforzo ma vogliamo rassicurare tutti. Basta un pomeriggio per sfogliare dei documenti sul sito del ministero e provare il sistema che porterà vantaggi a tutti.
Note alla puntata:
02:00 Proroga del ministro Martina
03:00 La presentazione del Registrovino 2.0
09:30 Vantaggi del nuovo sistema per chi deve controllare e per chi deve tenere registri
07:05 I due metodi di registrazione sul sistema: online e web service
10:50 La creazione di un database del ministero del sistema vitivinicolo nazionale
12:20 La tracciabilità informatica del prodotto dal grappolo d’uva al vino nel bicchiere di un ristorante nel mondo
17:15 La documentazione tecnica per le software house dei gestionali
19:00 La procedura chi usa il metodo web: faq, assistenza e registri
29:40 I servizi delle organizzazioni di categoria
Puoi ascoltare l’intervista audio, cliccando in alto in questo articolo. Qui sotto c’è la completa trascrizione.
Basta carta, si passa al digitale. Anche nel settore del vino le ambizioni della pubblica amministrazione di innovare la tenuta dei documenti con vantaggi in termini di risparmio, di trasparenza, di snellimento nei rapporti con gli operatori economici si trasformano in primi passi concreti.
Per “dematerializzazione” l’Agenzia per l’Italia Digitale intende appunto il progressivo incremento della gestione documentale informatizzata – all’interno delle strutture amministrative pubbliche e private – e la conseguente sostituzione dei supporti tradizionali della documentazione amministrativa in favore del documento informatico.
Qui a Wine Internet Marketing ci occupiamo in questa puntata della dematerializzzazione dei registri vitivinicoli.
Un Registrovino 2.0 che unifica tutti i registri di cantina (registro di vinificazione, conti speciali, registri di imbottigliamento e di commercializzazione ecc.) in un unico “sistema di registrazione”. E’unico registro che va tenuto per il settore vitivinicolo e, spiega il ministero, deve essere attivato un distinto registro telematico per ogni stabilimento/deposito, che possiede un proprio codice rilasciato dall’Ispettorato Repressione Frodi competente per territorio.
C’ un DL 91/2014 e ci sono degli aggiornamenti rintracciabili in rete. Ma cosa è questa nuova tenuta dei registri vitivinicoli. Come funziona? Quali sono le scadenze? A chi ci si può rivolgere?
Buongiorno Gianluca!
Gianluca cominciamo da questi giorni. Il ministro Martina ha appena firmato la proroga al 31 dicembre 2016 del tempo che hanno gli operatori per passare alla tenuta in forma digitale dei registri nel settore vitivinicolo. Basta carta dunque e si passa al digitale. L’obbligo di adeguamento doveva scattare già a luglio, ma il periodo di sperimentazione prosegue fino alla fine dell’anno. L’obbligatorietà scatta dal 1 gennaio 2017. Quando al Vinuitaly ad aprile nel padiglione del ministero ho visto si parlava di questa scadenza estiva ho pensato che il tempo previsto per l’adeguamento era . Cosa è successo?
Gianluca: Niente in particolare, c’è la giusta attenzione che il Ministero, dal decreto legislativo Campo Libero, dal decreto legge, ha voluto dare più al gruppo di lavoro che non con le aziende l’attenzione sul raggiungimento dell’obiettivo, perché questo, visto anche proprio come la richiamava Vinitaly, è stato impostato su quello che è tutto quello che si muove nell’ambito web, è una scommessa che il Ministero e il Governo ha nel suo portafoglio e che vuole provare a raggiungere. Poi, tutto il settore, perché noi abbiamo fatto delle considerazioni dicendo: questo periodo è di sperimentazione, è necessario il suo prolungamento perché la presentazione di Vinitaly, l’avvio a raggiungere 50mila aziende e più, non è così immediato come si possa ipotizzare, anche attraverso lo strumento informatico.
Stefano: È chiaro, è chiaro. Non è così semplice. Senta, allora facciamo un passo indietro, cioè partiamo dall’inizio: di che cosa si tratta? Cos’è la tenuta in forma dematerializzata dei registri del settore vitinicolo, a questo punto?
Gianluca: Allora, il progetto prevede, come primo step, la dematerializzazione dei registri cartacei, quindi di quei registri dove sia che l’azienda abbia un sistema informatizzato, sia che non lo abbia, deve adempiere, secondo quello che è il Regolamento 436, a registrare i movimenti delle operazioni di cantina, con poi l’obiettivo di andare anche a dematerializzare tutta la documentazione che viene chiamata nella proposta del testo unico: l’obiettivo è quello di andare a rendere disponibile, attraverso il web, tutte le procedure, tutte le notifiche che devono essere inviate o all’autorità competente per il territorio, per i controlli, o agli organismi di certificazione. Tutto per velocizzare, semplificare e rendere più snelle le pratiche e le procedure.
Stefano: Ok. Quindi tutti i registri che si tenevano prima passano nella nuova forma?
Gianluca: Sì. Questa è stata una scelta del Ministero, che ci vuole anche differenziare per dare, visti gli ottimi risultati degli ultimi cinque anni nell’esportazione del prodotto, ancora più credibilità al sistema vitivinicolo nazionale.
Stefano: Ecco, ci diceva, sono 50mila?
Gianluca: La stima è da 50mila a 60mila, vedremo solo quando avremo tutte le log-in quante sono effettivamente le aziende che detengono un registro in azienda.
Stefano: Senta, nel decreto si fa riferimento, di fatto, a due modalità telematiche, che possono interessare in qualche modo i viticoltori: l’online e il web service. Ce li vuole spiegare meglio?
Gianluca: Allora, la filosofia è quella di, proprio, nell’ambito della dematerializzazione, di aggiungere una cosa, ma di andare a snellire. Pertanto, consapevoli che le aziende più strutturate del settore viticolo nazionale sono già dotate di software gestionali con i quali gestiscono e adempiono anche alle prescrizioni sulle registrazioni, noi, condividendo con la filiera, abbiamo sviluppato un sistema di invio dei dati tramite web service, in modo tale che l’azienda non dovesse andare a sostituire i propri applicativi, ma invia solo un upgrade perché le aziende si devono connettere con il sistema informativo agricolo nazionale. Mentre, per tutte quelle aziende che non sono dotate di software evoluti ed effettuano le registrazioni su carta, abbiamo reso disponibile una procedura online che è funzionale, però, solo all’adempimento della compilazione dei registri. Quindi il nostro applicativo non è un gestionale, non fa fatture, non fa altri adempimenti.
Stefano: Ok, molto chiaro. Senta, già ci ha accennato del perché si fa questa riforma, e del resto sappiamo che l’informatizzazione della pubblica amministrazione, dei suoi rapporti con, in genere, i cittadini e un po’ con tutto poi il mondo che è produttivo, economico, è uno degli obiettivi importanti che si stanno inseguendo in questi anni. Avete calcolato quale tipo di vantaggio reale porti per l’amministrazione, per gli agricoltori, per i consumatori? Cioè, possiamo fare degli esempi?
Gianluca: Allora, il vantaggio reale per l’amministrazione è che domani disporremo delle informazioni nello stesso tempo in cui l’azienda le inserisce nel database, e quindi, al massimo con un ritardo di trenta giorni dall’operazione, noi avremo il dato. Questo per quanto riguarda i registri. Valutato che abbiamo intenzione di rendere disponibile in maniera informatizzata, e quindi con la generazione di un database, anche l’MVV elettronico – il documento con cui si movimentano i prodotti fatti e prodotti sfusi – che avviene al momento dell’emissione del documento, di informazioni: questo per quanto riguarda la nostra parte, come pubblici organizzatori, come produttori. Per contro, gli operatori vengono sollevati da tutti quegli adempimenti legati alla legittimazione e alla certificazione, sempre da parte dell’ufficio competente per il territorio, della tenuta dei registri.
Stefano: Ok, quindi questa cosa riguarda il rapporto tra amministrazione e agricoltori, oppure ha un qualche rilievo anche per il consumatore finale? Non so, anche una trasparenza…?
Gianluca: Allora, nei momenti in cui noi avremo i dati, e il passaggio epocale è quello che da un lato è scritto su un pezzo di carta o comunque su un documento, solo nell’ambito aziendale è la creazione di un database disponibile al ministero di tutto quello che è il sistema viticolo nazionale, per cui non è funzionale solo all’attività di controllo, ma ritengo che l’aspetto più importante per il futuro sarà che noi avremo delle informazioni funzionali alla programmazione e al rafforzamento di determinate situazioni, disponendo di dati oggettivi sulla reale consistenza del prodotto e, soprattutto, con al massimo trenta giorni dalla loro realizzazione, quando oggi invece, forse chi dispone del dato più aggiornato è l’organizzazione sindacale che con la sua ristrutturazione riesce a presentare dei dati in alcuni casi più strutturati di quelli che dispone il Ministero.
Stefano: Ok, ecco, quindi l’analisi dei dati vi darà delle informazioni, vi consentirà di prendere decisioni o fare delle cose o anche forse di erogare dei servizi diversi. Dicevo, per i consumatori, diciamo, per un utente terzo rispetto al rapporto amministrazione-agricoltori…?
Gianluca: L’obiettivo più importante e ambizioso di questo progetto non è di fermarci alla dematerializzazione del registro, ma è degenerare quella che è sostanzialmente la tracciabilità informatica di un prodotto, dal grappolo d’uva alla bottiglia servita nel grande ristorante del mondo. E in quel modo, l’azienda o, insomma, il consumatore, avrà la possibilità, attraverso o il numero di lotto o il numero della fascetta applicata nella bottiglia, di ottenere un set di informazioni molto dettagliate e spesso e volentieri, per i prodotti DOP e OGP, già certificate da un soggetto terzo.
Stefano: E questo, naturalmente, è molto interessante, per il discorso trasparenza, per i diritti dei consumatori, ma anche per tutto il valore che sappiamo ha il Made In Italy, e per il problema, invece, che riscontra il Made In Italy riguardo a contraffazioni e altre questioni legate a questo, no?
Gianluca: Io credo anche per valorizzare il sistema dei controlli italiano. Perché in questo momento, essendo basato molto su documenti cartacei, non riusciamo a dimostrarlo al consumatore finale solo con dichiarazioni, con certificazioni che devono essere sempre attivate dall’azienda, mentre domani ci sarà un dato che potrà essere verificato all’interno di un portale dello stato italiano, quindi del Ministero delle Politiche Agricole, e il consumatore potrà avere la certezza dell’informazione che accompagna quel prodotto, e avere quelle informazioni aggiuntive che valorizzeranno ulteriormente gli sforzi che deve fare l’agricoltore medio italiano per etichettare in quel modo la bottiglia.
Stefano: Certo, insomma, a quel punto, quando il dato ci sarà, si apriranno molte possibilità di valorizzare quel dato e tutto quello che verrà sarà da scrivere. Ci ha accennato che questa gestione va avanti su due binari, cioè si rivolge sia a chi ovviamente aveva un gestionale già suo, e che quindi in questo caso immagino dovrà farsi aiutare per rispondere a delle specifiche che consentano al suo gestionale di parlare al sistema nuovo… è così?
Gianluca: Sì. Diciamo che per chi ha già un applicativo strutturato – le maggiori società italiane con cui abbiamo collaborato a Luglio dell’anno scorso per condividere lo sviluppo del sistema di interconnessione dei dati – sostanzialmente ha già a disposizione l’upgrade per andare a rendere, a interfacciare l’applicativo dell’azienda con lo strumento informatico aziendale, con il database del Ministero delle Politiche Agricole. Chiaramente, anche in questo ci sono degli aggiornamenti, degli adeguamenti, perché noi abbiamo rifatto le decodifiche di quelli che sono i prodotti, quindi c’è stata una discussione, ma credo che per questa tipologia di aziende, lo sforzo maggiore sarà quello di ripensare il processo di registrazione che avviene all’interno dell’azienda. Ma quello che dovrebbe avere impatto zero è l’aspetto relativo allo strumento, dove l’addetto, il dipendente che svolge la registrazione dovrebbe provare la stessa interfaccia grafica e pertanto dovrebbe trovare anche le stesse regole operative, e quindi non dovrebbe avere nessuna difficoltà. Perché tutto ciò che è nuovo viene eseguito automaticamente dall’applicazione.
Stefano: Senta, su questo abbiamo già diversi mesi di sperimentazione del sistema. Voi che tipi di feedback avete avuto? Quali sono alcuni nodi, su cos’è che il viticoltore fa difficoltà, lui, o insomma le persone che si occupano?
Gianluca: Abbiamo due ordini di problemi. Il primo ordine di problemi che riguarda le aziende strutturate è che vent’anni di gestione informatica hanno determinato delle prassi, che in alcune situazioni dovranno essere adeguate a quello che è invece un progetto unitario e unificante a livello nazionale, della gestione delle registrazioni informatiche e quindi anche dei documenti dei software. Invece, nella parte dei piccoli produttori, c’è più una fase di repulsione perché, come ci insegnano tutti i corsi manageriali per gestire bene il cambiamento, siamo proprio in quella fase dove uno cerca di sfruttare il cambiamento perché dice “Sì, vogliamo la semplificazione, ma lo strumento nuovo, innovativo che ci state proponendo ci spaventa di più di quello che bene o male conoscevamo ieri”. Sì, noi, proprio per andare a rassicurare i viticoltori che erano abituati ad effettuare le registrazioni su carta, che hanno in questo momento una fase di repulsione all’informatica, stiamo facendo degli interventi – venerdì ero a Napoli, domani sarò in Toscana nel Chianti Classico – per informare, come gruppo di lavoro, come Ministero, gli operatori e rassicurarli al fatto che abbiamo dato i tempi, abbiamo previsto tutte quante le facilitazioni di avvio con la manualistica, con quello che è poi tutto il supporto attraverso anche la disponibilità di formare dei quesiti, pubblicando la documentazione, di provare a cominciare a utilizzare lo strumento: stiamo dicendo a tutti di utilizzare anche questa sua struttura per dire tutta la documentazione per iniziare a utilizzare correttamente il sistema informatico per la tenuta dei registri – si trova nel sito mipaaf.sian.it: all’interno dell’area agricoltura è disponibile tutta la documentazione e tutta la procedura per loggarsi e, eventualmente, per gestire le deleghe. Quello che io sto dicendo, e che in questa fase non trova grande riscontro perché c’è un po’ di refrattarietà, è il fatto di dire che il sistema è stato sviluppato in modo tale che come venivano fatte le registrazioni ieri, si possono eseguire anche domani. Questo è l’approccio che è stato dato. Come tutte le cose nuove, bisogna però, almeno un pomeriggio, sfogliare dei documenti e, eventualmente, porre dei quesiti a cui noi già, come gruppo di lavoro, stiamo rispondendo, sia per gli aspetti informatici sia per aspetti tecnici.
Stefano: Ecco, noi sappiamo che infatti, come ricordava anche Lei, insomma, ogni passaggio, ogni cambiamento porta già in sé una difficoltà e insieme una resistenza invece a continuare a fare quello che si faceva e in più, quando c’è di mezzo la tecnologia, non è sempre facile per tutti approcciarsi e comprendere gli strumenti nuovi. Ha detto che voi avete previsto anche una qualche forma di supporto… che cosa vuol dire?
Gianluca: Sì, noi abbiamo reso disponibile innanzitutto tutta la documentazione tecnica per le software house che volessero prendere confidenza o sviluppare questo applicativo, quindi tutti sono messi nelle condizioni di poter costruire, sviluppare uno strumento che risponda ai requisiti normativi nazionali. Secondo aspetto, per invece tutti quelli che utilizzeranno l’applicativo online: abbiamo predisposto i tre manuali, uno che riguarda la modalità con cui ci si deve loggare, e quindi ottenere l’ID e la password perché il nostro applicativo è disponibile in un ambiente web e serve la password e l’ID per accedervi. Poi abbiamo definito un manualetto per come definire la delega, perché il registro può essere aggiornato anche da un soggetto delegato. E terzo, il manuale d’uso dell’applicazione, in cui abbiamo scelto una via molto pratica, quindi con esempi semplici, con molte foto e immagini che richiamano le schermate che visualizzerà l’operatore per facilitare l’apprendimento iniziale che necessita.
Stefano: Quindi, diciamo, c’è questa parte di manualistica: è prevista anche una qualche forma, invece, di assistenza, che ne so, diversa: telefonica, o risposta a domande, via...