Avete mai partecipato a una degustazione di vino online? Ve ne state seduti comodi sul divano a casa col vostro bicchiere in mano e il computer sulle ginocchia. O magari siete meno comodi, ma più attenti, alla scrivania del vostro ufficio. Dall’altra parte dello schermo un produttore, un giornalista e un sommelier raccontano, spiegano, invitano al confronto. Su internet si può imparare e insegnare ormai qualsiasi cosa perché la rete e le nuove tecnologie hanno abbattuto le barriere di spazio e di tempo per chi vuole fruire dell’informazione nonché i costi per chi quell’informazione la produce. Così anche anche il vino italiano sta sperimentando nuove forme per educare operatori del settore e consumatori finali. Ne parliamo con Andrea Pecchioni, fondatore e direttore di WineJob nonché coautore di WineOnline, cicli di incontri verticali dedicati allo studio del vino e alla degustazione tramite il web.
Note, Link e citazioni dalla puntata:
Corso di alta specializzazione in marketing internazionale del vino
Puoi ascoltare l’intervista audio, cliccando in alto in questo articolo. Qui sotto c’è la completa trascrizione.
Oggi parliamo di informazione e formazione online nel mondo del vino. Il tema mi appassiona molto, perché sono un giornalista, un educatore, perché internet è il luogo in cui l’informazione e l’educazione sono letteralmente state rivoluzionate negli ultimi decenni e negli ultimi anni, in modo particolare. E per parlare di questi temi nel mondo del vino, mi sono detto: “Devo proprio parlare con Andrea Pecchioni di WineJob”. E quindi, grazie molte Andrea per essere qui, benvenuto a Wine Internet Marketing Podcast.
Andrea: Grazie a te, Stefano. Volentieri partecipo alla tua iniziativa.
Stefano: Grazie Andrea. Dunque, Andrea Pecchioni, direttore di WineJob, che si occupa di ricerca, selezione e formazione di personale per le imprese del vino, hai più di vent’anni di esperienza nel settore, anche della moda, quindi vino e moda… dicci qualcosa di WineJob.
Andrea: Sì, il nome WineJob è nato da una mia ricerca negli Stati Uniti di un brand ambassador, molti anni fa, durante la quale ho scoperto che esisteva un WineJobs.com, un’iniziativa di Wine Business che, diciamo, promuoveva con successo la ricerca di personale, sempre via internet, negli Stati Uniti, e ho detto “Mannaggia, possibile che noi ci ripercuotiamo i leader del vino nel mondo insieme ai francesi e non abbiamo uno strumento di questo tipo?” e quindi, in modo molto semplice, ho pensato di costituirlo anche in Italia. E così si è aperto, diciamo, il capitolo della ricerca di personale, soprattutto via internet. In realtà, io di vino, di ricerca di personale nel vino mi occupavo da molti anni, è dalla fine degli anni ’80 che mi occupo di ricerca di personale, con alcune aziende, naturalmente, toscane. Poi, piano piano, lentamente, faticosamente, si è allargata un po’ a tutta la Toscana e poi via via anche ad altre regioni: il Veneto, le Marche, la Campania, Trentino Alto-Adige, insomma, diciamo nelle regioni più vocate alla produzione vitivinicola, così è andata. In effetti abbiamo pensato che potesse essere un settore interessante, oltre che piacevole, in realtà io l’ho scelto perché mi stavo appassionando al settore, ma poi è stata, diciamo, una scelta opportuna perché il vino, a differenza di molti altri settori, ha avuto uno sviluppo enorme dal punto di vista commerciale, soprattutto, ecco.
Stefano: Senti, come è cambiato Internet, questo lavoro che già facevi prima? Voi mettete in contatto offerta e domanda di lavoro… attraverso la rete cosa succede?
Andrea: Attraverso la rete succede che anziché fare vera selezione, solo selezione, fai soprattutto ricerca, cioè oggi devi individuare più le persone che fanno quel tipo di attività, questo vale per il vino ma vale anche per la moda, vale per altri settori, cioè: una volta mettevi l’inserzione sul giornale, e ti venivano una serie di curricula, li selezionavi sulla carta e poi facevi i colloqui, sceglievi il migliore, quindi era un’attività piuttosto semplice. Ora, per noi che ci occupiamo di ricerca e selezione del personale, la ricerca è più mirata, i nomi sono abbastanza conosciuti, quindi è un lavoro di… in parte di ricerca di nuove opportunità: vedere chi è arrivato nuovo nel settore, chi può essere la persona più indicata che magari non conoscevo… e poi si tratta di parlare con loro e vedere se sono interessati a quel tipo di proposta, quindi ormai è diventato una sorta di club di cui noi facciamo i coordinatori e sentiamo i diversi professionisti, se sono interessati a una loro crescita professionale o alla necessità o alla volontà di cambiare azienda. Quindi diciamo, è una rete, se vuoi molto più ampia, molto più aperta dove tutti sanno tutto: si tratta di comunicare al momento giusto nel modo giusto.
Stefano: Come funziona il sito?
Andrea: Beh, il sito diciamo espone le ricerche di personale, oltre alle nostre iniziative formative, e raccoglie comunque le iscrizioni. Poi ci sono le iscrizioni spontanee, per cui le persone possono decidere di inserirsi in questo modo. Molte sono le persone che non sono del settore e che per passione, perché hanno fatto corsi di formazione nel vino o perché sono innamorate di questo settore, vorrebbero trasformare la loro passione in una vera professione. Giustamente, credo che l’aspirazione di ognuno di noi sia fare un lavoro che ci piace e un lavoro che ci appassiona, e questo effettivamente è un aspetto molto, molto importante.
Stefano: Anche tu quindi stai vedendo questa crescita, diciamo, di persone che arrivano da altri settori, o non necessariamente…
Andrea: Assolutamente.
Stefano: E come la giudichi? Pensi che ci sia in effetti questo bisogno? Che sia utile al settore? Che ci siano dei limiti in questo?
Andrea: Io credo sia molto utile, no? Selezionando poi le persone che abbiano anche altre capacità, e non solo quella passione. Però è un grande patrimonio che normalmente è poco sfruttato, questo dobbiamo dirlo, perché il mondo del vino è un mondo un pochino autoreferenziale…
Stefano: Cioè, prima cosa, l’esperienza di settore.
Andrea: Bravo, esatto. Non a caso noi abbiamo costituito il corso di Export Management del vino con la Fondazione MACH che ora proseguiamo, diciamo, a Firenze. E nasce da questo: nasce dall’idea di vedere un sacco di persone che vogliono entrare in questo mondo e la difficoltà per loro, se non c’è un traghettamento, un aiuto, una passerella che li aiuti a entrare nel mondo del vino… eh beh, effettivamente risulta molto molto difficile, per ragioni se vuoi oggettive perché le aziende sono piccole, quindi non hanno il tempo di fare formazione, non hanno il tempo di aspettare che le capacità si manifestino eccetera. Per cui abbiamo pensato, da una parte una forte domanda di professionisti commerciali nel vino, dall’altra una questione che preme al nostro sito e al mondo del vino per entrarvi, costruiamo un percorso che comunque faciliti, almeno per qualcuno, questo inserimento, ecco. Quindi c’è un’effettiva apertura, un fortissimo interesse per questo settore, una domanda anche piuttosto intensa soprattutto commerciale, commerciale estero naturalmente.
Stefano: Commerciale estero. Certo.
Andrea: In Italia sta ricominciando ora, con qualche segnale di ripresa, ma tutta l’ottica del vino naturalmente era rivolta esclusivamente all’estero, sì.
Stefano: Che numeri avete? Avete un numero di iscritti? Si può dire qualcosa su questo?
Andrea: Sì, noi ne abbiamo… ti dovessi dire un numero preciso, non ce l’ho in questo momento da darti, però si parla di 6000-7000 iscritti.
Stefano: 6000-7000 iscritti, beh ok, molto interessante. Senti, Andrea, allora, sarebbe interessante ovviamente con te riparlare di questo… magari ti chiederò un’altra occasione per farlo, ma in realtà in questi giorni, come ti avevo annunciato nel nostro precedente contatto, mi piacerebbe molto in realtà parlare di un’iniziativa che avete portato avanti nelle scorse settimane perché, insomma, ho partecipato anch’io, che è questo esperimento di seminari verticali online su alcuni vini: l’avete fatto sullo Shyraz, sul Barolo, sui vini siciliani e facendo parlare dei produttori. Ora, mi è sembrata una cosa molto interessante perché ovviamente il settore dell’educazione attraverso la rete è esploso, insomma, si è cominciato dalle piattaforme americane o quelle all’interno delle università, oppure quelle diciamo private, e oggi anche questi tipi di piattaforme si sono allargate, si stanno moltiplicando. Anche in Italia ci sono degli esempi che si sono mossi soprattutto sul terreno dell’educazione, penso gli e-project, o altri tipi di piattaforme, però, ecco, seminari invece di esperimenti di educazione rivolti proprio al settore del vino, mentre si può imparare qualsiasi cosa… però mi sembrava che ancora corsi proprio diciamo rivolti al vino non ce ne fossero, e quindi con questa modalità poi della degustazione mi è sembrata una cosa molto particolare. Com’è nata questa idea?
Andrea: L’idea è nata, appunto, soprattutto da Bernardo Conticelli insieme a Paolo Marchionni, che è un collaboratore fin dalla nascita di WineJob, di cui è un produttore lui stesso, e insieme abbiamo pensato, intanto come WineJob di aprirsi anche diciamo al consumatore finale, al dilettante e non solo al professionista, e poi di allargare, di utilizzare questo strumento per consentire alle persone che magari sono distanti da centri di formazione AIS, FISAR e tutte le altre sigle che organizzano corsi con presenza fisica. E consentire a persone che non hanno tempo magari di uscire e quindi possono, standosene comodamente a casa, magari sedute sul divano con un computer davanti, poter ricevere informazioni di base, formazione sul vino e sui territori del vino e nello stesso tempo però degustare prodotti senza perdere nulla di quello che riguarda la possibilità di sentirli, di degustarli e di apprezzarli. L’altro vantaggio, secondo me, è quello che potenzialmente noi stiamo pensando proprio di allargare alla formazione professionale. Cioè, secondo me ha una grande possibilità di fare la formazione sul vino italiano, cosa assolutamente indispensabile, utile per consentire al vino italiano di crescere nel mondo, no? E l’altro vantaggio di Wine Online è il fatto che puoi portare produttori, esperti qualificati, quindi di alzare il livello qualitativo della formazione perché, attraverso il computer puoi coinvolgere persone di tutte le regioni e i produttori stessi, come abbiamo fatto, senza doverli smuovere necessariamente dalla loro residenza o dalla loro attività di lavoro perché li abbiamo strappati, come Arianna Occhipinti, a mille impegni insomma, per averli con noi, e questo è stato abbastanza facile.
Stefano: Certo, la cosa interessante, come dicevi tu, è che attraverso la rete si possono aggiungere un numero elevato di utenti, si può anche replicare l’operazione nel senso che un altro dei vantaggi è che non soltanto non serve il trasferimento, e quindi ci si può fruire della cosa senza raggiungere una sede appunto magari decentrata rispetto alla propria sede di lavoro, di domicilio, insomma non per tutti può essere semplice spostarsi in una grande città o appunto dove si tiene un corso. È anche una disambiguazione del tempo, nel senso che poi voi, per esempio, anch’io devo dire, non tutti i seminari li ho seguiti, uno ce l’ho ancora registrato, me l’avete mandato, e quindi prima o poi quando avrò tempo lo farò. E quindi, ecco, questa è certamente una cosa interessante: mi è sembrato molto…
Andrea: Tu, Stefano, sottolinei un aspetto che ora io avevo trascurato, ma il fatto di poterlo registrare, di avere le slide e di averlo registrato visivamente via audio la lezione, è un ulteriore valore aggiunto metti in corso la serata che fai presso un’enoteca o in un’aula poi si perde, quindi non hai più la necessità di ricordarti le cose. Invece noi forniamo la registrazione completa della lezione più inviamo le slide che sono state proiettate dai relatori.
Stefano: Certo, e questo è molto interessante, perché per esempio, tornando a parlare di educazione, in cui poi la formazione si avvicina al discorso del marketing, al discorso commerciale come dicevi tu… oramai attraverso la rete, con questi sistemi, la formazione non serve soltanto più a erogare un corso, come magari in questo caso, ma sta diventando sempre di più anche un modo per costruire un contatto, per supportare un processo di vendita, insomma, in un momento in cui i vini magari sono anche tutti molto spesso agli occhi di potenziali clienti simili, un racconto accurato di quello del valore particolare di quel vino rispetto ad un altro diventa il fattore determinante per distinguersi e poi per supportare un processo di vendita. E quindi tutto questo diventa anche interessante in una logica non soltanto di offrire un corso ma probabilmente di costruire una comunità, di supportare magari una fase commerciale. Su questo, per esempio, negli Stati Uniti… io seguo molto il panorama dei marketer americani, si fanno moltissimi di questi webinar, no? Che sono essenzialmente le cose che state facendo voi: questi incontri online che possono essere video o audio, poi vengono registrati per essere erogati anche in momenti differenti, quindi c’è un momento magari di diretta in cui si può interagire, come avete fatto voi, con una comunità di persone che sono in chat, e infatti si stanno sviluppando anche tante piattaforme che consentono queste cose… non so, ce ne sono alcune, da GoToWebinar, Adobe ha la sua, Cisco ha la sua, alcuni usano Google Hangout, insomma, ce ne sono molte.
Andrea: Sì. Infatti, a questo proposito noi stiamo organizzando un seminario sui vini italiani per gli Stati Uniti, per formare i consumatori finali tramite un’agenzia di esportazione e consentire quindi di avere direttamente il produttore o alcuni produttori, alcuni esperti, quindi approfondire l’education sui vini italiani, e io penso che questo è un grande servizio che possiamo fare sia ai consumatori americani ma soprattutto alle aziende vitivinicole perché sappiamo che il vino italiano cresce solamente dove c’è formazione, dove c’è educazione alla diversità, e quindi nella sottigliezza, nel particolare, nella conoscenza specifica dei singoli territori così difficili da lontano, il consumatore può essere educato attraverso un sistema anche economico, facile, che può portare un interesse, una passione, prima che il consumatore possa venire in Italia a vedere l’azienda fisicamente.
Stefano: Certo. E addirittura può supportare anche i cosiddetti intermediari, può supportare i sommelier, che magari hanno difficoltà… su questo per esempio molte aziende americane – ma anche in Italia l’hanno già fatto – insomma, ci sono alcuni che fanno delle cose proprio mirate per alcune categorie professionali che poi li aiutano a raccontare il proprio prodotto, il proprio vino presso i consumatori e attraverso la rete si riesce a farlo in modi assolutamente più performanti ed economici rispetto a quello che si poteva fare prima, ovviamente.
Andrea: Abbiamo contatti anche in Cina per promuovere con i sommelier, con i responsabili della ristorazione cinese anche degli incontri, anche questi sui vini italiani, e io credo molto alle possibilità del vino italiano nel mondo e questo strumento, secondo me, è utilissimo. Bisogna combinare insieme gli interessi dei vari operatori, però se riusciamo a coniugare tutti questi interessi, il vino italiano ha delle grandi opportunità.
Stefano: Poi certo, c’è qualcuno che ancora patisce questo rapporto mediato da un computer, da uno schermo, nel senso che l’obiezione sarà magari capitata anche a te… non parlo di alcuni sommelier, ma di alcune persone che dicono “eh no ma io, dal computer, questa cosa non mi piace, no, mi sembra spersonalizzare”…
Andrea: Un po’ è vero, non possiamo negare che il rapporto diretto… io lo vedo nei colloqui che faccio via Skype o di persona, c’è una differenza effettiva, però come dicevi te, meglio di niente…
Stefano: Tra il piuttosto e il niente, meglio il piuttosto.
Andrea: Meglio questo, perché magari si può allargare moltissimo anche. Questo è un aspetto: tu puoi tenere 50 persone, anche 70-80, cosa che difficilmente puoi fare con un altro strumento. Strumento dell’incontro reale, fisico, in un’aula o in una sala… noi pensiamo su WineOnline anche di concludere, alla fine di quest’anno, con un incontro reale, perché anzi, magari stimola il fatto di parlarci via web e il desiderio poi di incontrarsi, ecco.
Stefano: Lo rifarete?
Andrea: Lo rifaremo, certo.
Stefano: Avete già qualche data?
Andrea: Partiremo a febbraio…
Stefano: Quindi a breve.
Andrea: Sì, fra poco. In mente Bernardo ha vari temi: il primo è il Sangiovese, finalmente giochiamo in casa e poi, diciamo, ci vorremmo estendere anche ad alcuni vini stranieri per fare formazione in Italia. L’idea è poi alla fine di vederci da qualche parte, tutti insieme, tutti quelli che hanno partecipato, chi vuol venire, incontrarci e conoscersi in maniera più approfondita, attraverso anche le emozioni del contatto visivo e del contatto diretto.
Stefano: In tutto questo c’è ovviamente anche un gioco che ha a che fare col linguaggio, sul come si propongono i vini rispetto magari ad alcune lezioni invece più tecniche che sono più caratteristiche di certi approcci, più strutturati. Ecco, da questo avete avuto qualche feedback dalle persone che hanno...